Il 10% dei ragazzi "drogato" di videogiochi

Le preoccupazioni dei genitori sono fondate, uno studio americano ha dimostrato che oltre il 10% degli adolescenti americani è "drogato" di videogiochi. Lo studio è stato effettuato prendendo a campione 1178 ragazzi tra gli 8 ed i 18 anni e condotto dallo psicologo Douglas Gentile dell'Iowa State University. Secondo l'indagine quasi un giocatore su dieci presenta aspetti patologici, e accumula problemi familiari, con gli amici o a scuola a causa della sfrenata passione per questo passatempo. Insomma, si tratta di un gioco "malato", che può danneggiare in diversi modi, spiega il ricercatore sulla rivista Psychological Science. Secondo i suoi dati, i drogati di consolle giocano in media 24 ore a settimana, circa il doppio rispetto ai coetanei non schiavi dei videogame. Spesso questi ragazzini hanno l'attrezzatura in camera da letto, e per colpa delle maratone che li vede costantemente incollati allo schermo accumulano problemi a scuola e brutti voti. Inoltre più spesso dei coetanei hanno una diagnosi di problemi come deficit di attenzione e iperattività. Lo stesso Gentile si è detto sorpreso di aver scoperto un problema di queste dimensioni tra i giovanissimi. Ma almeno il suo studio dimostra che il problema esiste. «C'è molto da fare e occorre sapere ancora diverse cose che non conosciamo - dice Gentile - Non sappiamo chi è più a rischio, o se ci sono altri problemi che possono essere collegati a questa forma di dipendenza». Per questo lo studioso continua il suo lavoro, per determinare i fattori di rischio e i sintomi particolari presenti nei giovani malati di videogame.

Non solo pero' problemi per gli amanti dei videogiochi. Un recente studio pubblicato online su 'Nature Neuroscience' dal team di Daphne Bavelier dell'University of Rochester a New York ha stailito che i video giochi potrebbero affinare la vista negli adulti. Chi gioca costantemente sviluppa una buona sensibilità ai contrasti, l'abilità cioè di notare anche piccoli cambiamenti nelle sfumature di grigio su uno sfondo uniforme. Una componente della vista importante in occasioni particolari, come quando si guida di notte o con la nebbia, e se la visibilità è scarsa. Daphne Bavelier e i suoi colleghi hanno studiato alcuni giocatori esperti di videogame d'azione, scoprendo che hanno una sensibilità migliore.