Pericolo animali esotici in casa e la moda dei cibi etnici

Un cucciolo di iguana in salotto o un serpente messicano nel terrario possono celare insidie per la salute dei proprietari. «Le mode più recenti, come la convivenza in casa con animali selvatici che rappresentano i nuovi 'pet', ma anche la continua ricerca di cibi etnici e la predilezione per carni non cotte, rappresentano fattori che favoriscono il passaggio di patogeni dagli animali agli uomini». A mettere in luce i pericoli legati ai pet esotici e alla passione per i menu etnici è Giorgio Palù, virologo dell'Università di Padova, in occasione della nascita oggi in Campidoglio dell'European Society for Virology (Esv), di cui è presidente vicario. «Il contatto ravvicinato con animali selvatici che albergano virus con i quali, nel corso dell'evoluzione, hanno raggiunto un optimum adattativo con reciproco vantaggio, la moltiplicazione incontrollata di insetti, la mancanza di presidi immunizzanti e scarsi livelli igienici favoriscono - sottolinea il virologo - la trasmissione di infezioni a individui il cui sistema immunitario non è in grado per vari motivi di reagire».

L'esperto, dunque, punta il dito contro le zoonosi, ricordando le conseguenze del passaggio del virus Hiv dalle scimmie africane all'uomo. «Ma anche l'avanzare della Dengue, favorita dalla zanzara tigre, diverse forme di epatiti associate al consumo di alimenti di origine animale, e la gravissima epidemia di virus del Nilo occidentale negli Usa». Non bisogna poi dimenticare «la tragica persistenza della rabbia del cane che, soprattutto nei Paesi del Sud del mondo, provoca ogni anno da 50mila a 100mila casi mortali nell'uomo. E l'evoluzione genetica del virus dell'influenza aviaria», che ha già elevati tassi di letalità, anche se «non esiste la prova del passaggio interumano dell'H5N1».
Quali allora gli obiettivi dellla neonata società scientifica? «La sfida portata dai virus è impegnativa, data la capacità di questi patogeni di adattarsi facilmente alle diverse situazioni, modificando il proprio genoma. Ma anche a causa di una non completa conoscenza dei meccanismi che ne favoriscono la diffusione. Per questo - spiega l'esperto - abbiamo deciso di fondare l'Esv: per promuovere la collaborazione tra i diversi settori della ricerca sulle malattie dell'uomo, ma anche degli animali e delle piante». Insomma, contro questo nemico microscopico l'unione fa la forza della ricerca. Obiettivo comune degli esperti, conclude Palù, quello di «individuare possibili strumenti di profilassi e terapia, analizzando le caratteristiche dei virus, ma anche i meccanismi che interagiscono tra l'agente infettante, gli organismi che lo 'ospitanò e gli eventuali insetti vettori».