Cos'è lo stalking, il comportamento ossessivo

Alcuni comportamenti come telefonate, “visite a sorpresa” e persino l’invio di fiori o regali, sono graditi segni di affetto che, tuttavia a volte, possono trasformarsi in vere e proprie forme di persecuzione in grado di violare la privacy, giungendo addirittura a spaventare chi ne è destinatario suo malgrado. In tali circostanze si parla di “stalking”, che letteralmente significa “fare la posta”, ma è liberamente tradotto con “sindrome delle molestie assillanti”. Consiste in quell’insieme di condotte vessatorie e persistenti nei confronti di una persona che si manifestano mediante pedinamenti, minacce, incessanti telefonate, incontri apparentemente casuali, ossessivo invio di lettere o sms, scritte sui muri e continue forme di provocazione (anche mediante violenza) in luoghi pubblici e privati. Si tratta di atti e di fatti che, valutati singolarmente ed estromessi dal contesto che li determina, possono apparire “stupidi ed insignifi canti”, ma che impediscono a chi ne è vittima ogni normale svolgimento della vita di relazione. A diventare “stalker” può essere una persona con cui si ha un qualche tipo di rapporto (familiare, amicale, professionale) o perfino uno sconosciuto incontrato anche solo per caso, magari per motivi di lavoro o conosciuto in palestra. Gli studi sulla personalità dello stalker hanno condotto ad un profi lo personologico e psicopatologico assai vario, dovuto all’eterogeneità dei comportamenti messi in atto nei confronti della vittima designata. I dati emersi in letteratura affermano che nella maggior parte dei casi gli stalker appartengono al sesso maschile, sono single, senza relazioni intime signifi cative in corso e con forti diffi coltà a gestire i rapporti interpersonali.
Nel 70% dei casi le vittime sono donne (dati dell’Osservatorio Nazionale sullo Stalking), ma a rischio sono anche coloro che svolgono professioni di aiuto, quali medici, infermieri, psicologi. La vittima, per quanto possa essere breve il periodo in cui viene perseguitata, rischia di conservare a lungo delle vere e proprie ferite: in base al tipo di atti subiti e alle emozioni sperimentate possono determinarsi stati d’ansia e problemi di insonnia o incubi, ma anche fl ashback e veri e propri quadri di Disturbo Post Traumatico da Stress. In molti casi inoltre le vittime non denunciano questi comportamenti per paura che la situazione diventi ancora più insostenibile, tuttavia il primo passo per cercare di venirne fuori è trovare il coraggio di denunciare senza vergogna e senza imbarazzo.