Vitiligine, cosa fare e le terapie giuste

Dopo l’estate, ma anche in altri periodi dell'anno, c’è chi si trascina un fastidioso cambiamento della colorazione della pelle, messo in evidenza dall’abbronzatura. Si tratta della vitiligine, una malattia caratterizzata dalla comparsa sulla cute o sulle mucose di chiazze non pigmentate, ovvero di zone ove manca del tutto la fisiologica colorazione dovuta alla melanina, contenuta nei melanociti che resterebbero vitali ma metterebbero di produrre il pigmento. Le macchie hanno un colore decisamente bianco con margini ben delimitati e piuttosto scuri e la pelle delle zone colpite, a parte la mancanza di pigmento, è assolutamente normale.
Le parti “bianche” non abbronzandosi sono a rischio di eritemi o ustioni solari come la pelle di un neonato, per cui necessitano durante la stagione estiva di una totale protezione dai raggi ultravioletti. La causa della vitiligine è sconosciuta, anche
se si sospettano fattori autoimmuni e predisposizione genetica. Non sono noti i fattori scatenanti o favorenti anche se è stata documentata una incidenza maggiore tra componenti della stessa famiglia o a seguito di un evento stressante che da il via alla manifestazione primaria o alla sua recrudescenza.
Varie malattie di origine autoimmune possono associarsi alla vitiligine e le malattie tiroidee sono quelle più comunemente presenti in circa il 30 per cento dei casi. Va chiarito però che la cura della malattia associata migliora la vita dei pazienti ma non influisce affatto sull’andamento della vitiligine. E’ una malattia non contagiosa, né grave ai fini della salute, ma sicuramente complessi potrebbero essere i risvolti psicologici, per il senso di isolamento e depressione che a volte segue la comparsa delle macchie. Ciò è tanto più vero quanto la persona affetta da vitiligine si sente diversa dalle altre o addirittura rifiutata ed osservata per il problema estetico che le macchie generano. La lunga lista di terapie suggerite per la cura della vitiligine conferma la mancanza di un’unica opzione valida; si può sperimentare la PUVA-Terapia che consiste nell’assunzione di Psoraleni per via generale e successiva esposizione ai raggi UVA; l’uso di cortisonici locali; Psoraleni locali più luce solare. Si può approcciare anche chirurgicamente con un trapianto di cute pigmentata sulle chiazze di vitiligine; alcune volte i melanociti trasferiti ripigmentano le aree chiare. La terapia di prima scelta è oggi la Fototerapia UVB a banda stretta (lunghezza d’onda 311 nm.) perché i raggi luminosi di questa particolare banda ristretta sono più efficaci nello stimolare la melanogenesi e quindi la pigmentazione. Si fanno due o tre sedute settimanali e nel 70 per cento dei casi nei primi tre mesi si nota la comparsa di piccoli puntini di pigmentazione all’interno delle chiazze che possono richiedere anche più di un anno di terapia per la completa guarigione.