Chi ha la coscia stretta come le modelle o le persone anoressiche sviluppa malattie cardiache più degli altri

Alcuni ricercatori hanno scoperto che le persone (uomini o donne è indifferenete) con una circonferenza della coscia minore di 60 cm,quella tipica delle modelle o anche di chi soffre di anoressia, hanno più probabilità di altre di sviluppare malattie coronariche.Lo studio, pubblicato sul British Medical Journal, è stato condotto all' Università di Copenaghen dal professor Berit Heitmann.
"Chi ha le le cosce molto sottili, ad esempio le modelle che sfilano nelle passerelle oppure le persone anoressiche, hanno il doppio delle possibilità degli altri di sviluppare malattie cardiache o addirittura di arrivare ad un decesso precoce", dice il professor Heitmann."Ciò è dovuto al fatto che la coscia è costituita prevalentemente da muscoli che regolano il flusso di insulina e le infiammazioni". Allo studio hanno preso parte in Danimarca 3mila pazienti, 1.463 uomini e 1.380 donne di età compresa tra i 35 ei 65 anni.I partecipanti sono stati esaminati nel 1987-1988 per altezza, peso, circonferenza coscia, anca,circonferenza della vita e composizione corporea. Sono stati poi seguiti per 10 anni per verificare l'incidenza di malattie cardiache e per 12,5 anni per verificare il numero dei decessi.
Durante questo periodo 257 uomini e 155 donne sono morte, 263 uomini e 140 donne hanno sviluppato malattie cardiovascolari e 103 uomini e 34 donne hanno sofferto di malattie cardiache. Nel valutare i risultati, gli autori hanno notato che i sopravvissuti avevano una circonferenza della coscia maggiore. Il rapporto tra dimensione della coscia, morte precoce e sviluppo di malattie è rimasto immutato anche mettendo in conto la massa di grasso corporeo, l'obesità e altri fattori di rischio come il fumo ed il colesterolo alto. Gli autori dello studio hanno suggerito che il rischio maggiore che corre chi ha la coscia stretta è dovuto al fatto che c'è poca massa muscolare nella regione, questo porta ad avere una bassa sensibilità all' insulina che porta poi allo sviluppo del diabete di tipo 2.