I polipi uterini ostacolo alla maternità?

I polipi uterini o polipi dell' utero sono delle neoformazioni che si sviluppano dalla mucosa endouterina (il rivestimento interno dell'utero) e crescono fino a raggiungere dimensioni che vanno da quelle di un chicco di riso a quelle di una nocciola.
La loro localizzazione può essere all'interno dell'utero, in corrispondenza del fondo o di una delle pareti, oppure a livello del canale cervicale e, se provvisti di un peduncolo più o meno lungo, arrivare a sporgere a livello dell'orifizio uterino esterno. Solitamente non danno sintomi e vengono riscontrati casualmente durante una visita ginecologica o durante l'esecuzione di un'ecografia pelvica.Altre volte invece si manifestano con piccole perdite di sangue tra una mestruazione e l'altra, conseguente al loro ripetuto traumatismo, ad esempio successivo ai rapporti sessuali.In base alle loro dimensioni ed alla loro localizzazione, nelle donne in età fertile, possono creare difficoltà nel concepimento in quanto ostacolerebbero l'impianto dell'embrione oppure, se situati in corrispondenza di un ingresso tubarico, impedirebbero l'incontro tra lo spermatozoo e la cellula uovo.La diagnosi deve essere confermata mediante un'isteroscopia, ossia l'introduzione di una piccola telecamera all'interno dell'utero per confermare la presenza del polipo, valutarne le dimensioni e la sede di impianto. La terapia è chirurgica: il polipo va rimosso e ne va eseguito l'esame istologico, per ripristinare l'eventuale infertilità associata e per escludere la possibilità, seppur rara, della presenza di cellule maligne nel suo contesto.

Rifare i denti all' estero vale la pena?

Andare all'estero per curarsi i denti non è una novità, ma ora sembra essere tornato di moda. Complice forse la crisi che costringe a risparmiare, molti pazienti si affidano nuovamente alle cure di odontoiatri e dentisti di Ungheria, Croazia, Romania e Moldavia senza dimenticare la Serbia, dove a Belgrado molti dottori parlano anche italiano. L'ordine dei medici di Padova lancia l'allarme, ma loro ovviamente sono di parte: "Nel progredito nord est - accusa l'Ordine dei medici di Padova in una nota - è sempre più diffusa la moda del turismo odontoiatrico, che tuttavia il più delle volte riserva brutte sorprese".
Le sorprese ci possono sicuramente essere, a cominciare dall' esborso economico, più leggero anche del 50%, che se sommato a spese di viaggio e soggiorno resta comunque vantaggioso. Qualche esempio: per una semplice estrazione del dente o per un'otturazione in Ungheria si parte da 50 euro, mentre una corona in ceramica e oro costa 280 euro. Se avete bisogno di una dentiera acrilica si pagano 400 euro e allo stesso prezzo si fa uno sbiancamento dei denti. Per interventi così semplici di certo non vale la pena, ma i dentisti
ungheresi dicono che sono 50mila gli italiani che si recano ogni anno nel loro paese per curarsi i denti. Per un preventivo i pazienti italiani possono inviare una radiografia ed avere così un'idea della spesa da affrontare ma l'ordine dei medici di Padova mette ancora in guardia:"saranno necessarie visite di controllo successive quindi il paziente dovrà affrontare altre
spese per tornare sul posto, per non parlare poi del lavoro fatto sui denti. Nella gran parte dei casi è da rifare ex novo o da risistemare in modo radicale. Spesso al paziente che ha deciso di recarsi all'estero sono stati compromessi denti che prima erano sani, e l'odontoiatra di fiducia si trova nella difficile situazione di scegliere insieme al paziente se rifare completamente il lavoro o adattarlo al meglio possibile, compromettendone però la durata nel tempo. Vien da chiedersi allora se il gioco ne è valso veramente la candela".

Il futuro delle cellule staminali

Quando il Presidente Obama ha riavviato la ricerca USA sulle cellule staminali, non ha promesso la cura per tutte le malattie. Ha detto, con una consapevolezza superiore a quella di molti politici e scienziati, che "la completa potenzialità della ricerca sulle staminali resta sconosciuta e non deve essere esagerata e studiarle significa avere la possibilità di fare un salto di qualità sulle conoscenze e forse un giorno, forse non durante la nostra vita o nemmeno durante quella dei nostri figli, altri potranno beneficiarne".
La ricerca sulle staminali embrionali inizia nel 1998, quando J. Thomson le isola per la prima volta. Allora come oggi, sono prelevate dai "blastocisti", già destinati alla distruzione in quanto residuo soprannumero della fertilizzazione in vitro. Queste cellule contengono tutti quei formidabili segreti che le portano a generare gli oltre 250 tipi di cellule specializzate del corpo umano. Sanno formare tutte le nostre cellule mature, in quanto pluripotenti, ma non sono in grado di formare un vero organismo. In pratica con esse si vuole capire come si generano e degenerano i nostri tessuti, magari per contrastare in un futuro imprecisato alcune malattie. Importante è capire chi controlla i "controllori" del nostro corpo, i meccanismi ancora segreti che determinano la nascita, la proliferazione e la morte delle nostre cellule. Anche in Italia queste cellule totipotenti sono oggetto di studi da gruppi di scienziati.
I più importanti centri di ricerca sono il Laboratorio di Embriologia Medica dell'Università di Milano (dove ottengono ovociti stimolando chimicamente gli ovociti scartati in sede di fecondazione assistita), il Laboratorio di Biologia delle cellule staminali e Farmacologia delle malattie neurodegenerative sempre dell'Università di Milano (dove studiano l'evoluzione del gene che ha causato la Corea di Huntington), il Centro Universitario di Medicina Molecolare e Biofìsica applicata di Firenze (dove studiano le embrionali che contraendosi permettono al cuore di assolvere alla sua funzione vitale di pompa del sangue) e il Laboratorio del Prof. Condorelli presso Università la Sapienza Roma (dove si cerca un nuovo metodo per trasformare le staminali embrionali in cellule cardiache).Non sappiamo cosa ci riserva il futuro. Sappiamo però che la ricerca sulle cellule staminali embrionali, dopo oltre un decennio di studi, è oggi ad un passo da traguardi importantissimi in biologia molecolare e nella genetica di base.

Fare sport con il Nintendo Wii, sostituisce quello vero?

Un nuovo modo di fare attività fisica, magari in compagnia di amici e familiari da coinvolgere in interessanti sfide, il tutto standosene tranquillamente in casa. Stiamo parlando dei moderni giochi interattivi consolle Wii che oggi consentono a chiunque di praticare ogni tipo di sport senza bisogno di grandi sforzi o attrezzature sportive particolari. Resta da capire se lo sport praticato in maniera virtuale attraverso la Nintendo Wii possa essere paragonato a quello reale. Sicuramente non sarà esattamente come andare in palestra, ma di certo non lo si può accusare di contribuire all’accumulo di ciccia, come succedeva per i videogiochi tradizionali che obbligavano i giocatori a passare molte ore seduti (ritenuti tra le cause principali della diffusione epidemica dell’obesità specialmente tra i bambini).
C’è però un lato curioso che sta emergendo negli ultimi tempi ed è in crescita esponenziale, parallelamente alla diffusione di video giochi sportivi per consolle: l’infortunio.
Rotture dei legamenti del ginocchio, lussazione della spalla... etc. sono eventi tutt’altro che rari che trascinano ogni giorno decine di persone ai pronto soccorso degli ospedali. Ebbene sì: è in aumento il numero dei ricoveri dovuti ad un elevato utilizzo della Nintendo Wii. L’aspetto curioso della questione è che ad essere colpiti da questi traumi non sono solo ragazzi ma
spesso e volentieri adulti di una certa età. La nostra impressione è che l’età media degli appassionati dei videogiochi di ultima generazione sia più alta di quella dei vecchi e probabilmente la possibilità di praticare in modo virtuale sport altrimenti difficili per chi non ha mai fatto almeno un corso base, ha influito su questo incremento di traumi. Gli sport maggiormente incriminati sono la corsa (soggetti a rischio sono quelli che presentano lassità legamentosa e possono andare incontro a infiammazione e/o distorsione del ginocchio) e il tennis in particolare che richiede torsioni improvvise e violente. I consigli del medico sportivo?
1. Non improvvisarsi sportivi da un giorno all’altro.
2. Rispettare la buona norma del riscaldamento anche in chi decide di fare sport virtuale.
Ed infine la consolle Wii stessa provvederà a porre rimedio a tali problematiche. Infatti l’ultima novità che gli appassionati conosceranno senz’altro è Wii Fit, per fare esercizi fisici e perfino Yoga con tanto di Personal Trainer. Cosa volere di più?

Come combattere il disturbo del sonno

Il disturbo del sonno è in aumento, dilaga tra gli ultrasessantenni e colpisce maggiormente il sesso femminile. L'insonnia si classifica in tre tipi: iniziale, prevede difficoltà ad addormentarsi; centrale, caratterizzata da continui risvegli; terminale, sottoforma di precoce risveglio mattutino. Ogni tipo può presentarsi in modo sporadico ed essere quindi un disturbo occasionale, dovuto a un particolare momento di stress; cronico, cioè persistente nel tempo, con consequenziali gravi danni al benessere del malato. Infine, riconduciamo il disturbo del sonno a due altre categorie, considerandone le cause. L'insonnia primaria, di cui non riconosciamo le cause; la secondaria, i cui fattori scatenanti, di tipo sia fisico che psichico, sono facilmente individuabili. Medicina naturale o farmacologia, prima di fare passi falsi è bene consultare il proprio medico. Ciò che proponiamo di seguito è un vademecum di regole d'oro per evitare errori e cattive abitudini che possono inibire il dormire bene.

1) Non cercate di risolvere il problema con il fai da te: autoprescriversi dei sonniferi non risolve il problema.
2) A cena evitate il consumo di carne. Preferite un pasto vegetariano, ricco di amidi. Pasta, riso e banane sono alimenti contenenti un precursore della serotonina che induce al sonno.
3) Effetto sedante anche per un bicchiere di latte caldo subito prima di coricarsi.
4) Evitate di compiere attività eccitanti prima di andare a letto. È bene, invece, fare attività fisica regolarmente, specie nel pomeriggio.
5) Seguite un corso di rilassamento, dal training autogeno allo yoga, che allevi le tensioni muscolari.
6) Eliminate gli alimenti contenti caffeina.
7) Non vi appisolate durante il giorno.
8) Andate a letto solo se assonnati, possibilmente in una camera silenziosa, che vi faccia sentire protetti.
9) Cercate di coricarvi e alzarvi sempre alla stessa ora, indipendentemente da quanto avete dormito durante la notte. Nove semplici consigli da seguire per evitare stanchezza, malumore e cefalee. La fase di sonno è importante quanto quella di veglia. Riposare vuol dire ricaricare le batterie per affrontare la giornata pieni di energia. Buonanotte!

La dieta per l'abbronzatura

Esiste una dieta che facilita l'abbronzatura? Può il cibo che ingeriamo aiutarci ad affrontare meglio l'esposizione al sole? Andiamo per gradi. Cominciamo a dire che la nostra pelle ha bisogno di qualche giorno per attivare i propri meccanismi di protezione e non è quindi in grado di difendersi dai potenziali danni causati da parecchie ore di sole concentrate, per esempio in un week end. Perciò per prima cosa non abusare con il sole e fare attenzione. Sono in particolare i soggetti con fototipo chiaro (I-II) quelli che tendono a scottarsi facilmente; ma anche i fototipi più scuri (III e IV) richiedono grande attenzione dopo la stagione invernale. Oltre alla scelta della crema solare più opportuna, è necessario considerare un altro importante elemento. Una giornata serena e ventilata può essere
molto più invitante a esporsi rispetto a una afosa, ma proprio per questo comporta un rischio più elevato di scottature. Particolare attenzione meritano sempre i bambini.
Ora diamo un'occhiata al cibo a cui si riserva poca cura. In realtà per una tintarella doc, l'aiuto che ci può dare una corretta alimentazione è fondamentale. Coadiuvanti nella dieta per l' abbronzatura sono in particolar modo la frutta e la verdura. Per chi vuole un po' approfondire l'argomento, precisiamo che il top salutistico del periodo è la vitamina A: serve a combattere l’afa. E nello stesso tempo aiuta l’abbronzatura, perchè difende l’organismo dai raggi solari e favorisce la produzione nell’epidermide del pigmento melanina, quello che dona la classica tintarella alla pelle. Il primo posto è conquistato indiscutibilmente dalle carote: contengono ben 1200 microgrammi di Vitamina A o quantità equivalenti di caroteni, ogni 100 grammi. E antiossidanti naturali sono le vitamine A, C ed E, presenti in abbondanza tra frutta e verdura in genere. La Coldiretti ha stilato la eco-classifica top ten dei cibi in una potenziale dieta per l'abbronzatura che fa star bene e “abbronza”, in base al contenuto in vitamina A dei diversi alimenti. Per quanto riguarda l'abbronzatura tra mare, lago, piscina, fiumi, ribadiamo i sempreverdi suggerimenti relativi alla prudenza: non troppe ore di sole, evitare i momenti della giornata più caldi, idratarsi frequentemente. Oltre alle precauzioni da adottare, tra cui creme protettive e protezioni per la vista. Nella lista stilata dalla Coldiretti - risulta essenziale consumare frutta e verdura fresca, fonti naturali di vitamine, sali minerali e liquidi preziosi. Per l'efficienza del metabolismo, nonchè per combattere i radicali liberi, conseguenti all'esposizione solare.

Ecco la top-ten per una salutare eco-tintarella

Vitamina A (*)
1. Carote 1200; 2. Spinaci e radicchi 500-600; 3. Albicocche 350-500; 4. Cicorie e lattughe 220-260; 5. Meloni gialli 200; 6. Sedano 200; 7. Peperoni 100-150; 8. Pomodori 50-100; 9. Pesche 100; 10. Cocomeri e ciliegie 20-40
(*) in microgrammi di Vitamina A o in quantità equivalenti di caroteni per 100 grammi Fonte: Elaborazioni Coldiretti