Bambini e streptococco

Il 20 per cento dei bambini con tic nervosi potrebbe essere portatore "sano" dello streptococco, il batterio delle tonsilliti. Emerge da una ricerca condotta da un gruppo di ricercatori dell’Istituto Superiore di Sanità e del Dipartimento di Scienze dell’Età Evolutiva della Sapienza di Roma su 634 bambini con tic dai 4 ai 17 anni. Piccoli gesti insignificanti, ripetuti decine di volte senza poterne fare a meno: toccarsi il naso, schiarirsi la voce, dare un colpo di tosse. Tic nervosi che interessano il 20% dei bimbi e che nel 3% sono così frequenti e molesti da inquadrare una malattia, la ”Sindrome di Tourette”. Secondo lo studio, un bimbo su cinque fra quelli che si recano dal medico per tic nervosi è positivo allo streptococco, il batterio delle tonsilliti, pur senza mal di gola. Insomma un “portatore sano” del batterio, che però potrebbe manifestarsi proprio con qualche “scherzo” dei nervi. “Nei bimbi con tic – spiega Graziella Orefici, responsabile dello studio – il titolo antistrepto-lisinico, indicatore di un’infezione passata, presente o di un prolungato contatto con lo streptococco, è doppio rispetto agli altri. Non è detto che ci sia sempre un rapporto di causa-effetto ma la positività al batterio è la spia di un legame: l’ipotesi è che possa esistere un antigene in comune fra streptococco e strutture cerebrali coinvolte nella comparsa dei tic. Curando i bimbi “portatori”, come si farebbe per un’infezione da streptococco, si ha anche un rapido miglioramento del sintomo nervoso”.