mens sana in corpore sano il corpo è lo sfondo di tutti gli eventi psichici
La locuzione latina Mens sana in corpore sano (lett. Una mente sana in corpo sano) è oggi utilizzata come un modo per esprimere il concetto di cura del proprio corpo affinché la nostra anima vi ci alberghi nel migliore dei modi possibili. La frase è tratta dalle satire di Giovenale, ma in realtà lo scritto è tutto volto a mostrare la vanità dei valori e dei beni (ricchezza, potere, successo, onore…) che gli uomini affannosamente cercano di ottenere. Solo l’uomo saggio si rende conto che tutto ciò è effimero e dannoso.
Nell’intenzione del poeta l’uomo non dovrebbe aspirare che a due beni soltanto: la sanità dell’anima e la salute del corpo, queste dovrebbero essere le uniche due richieste da volgere alla Divinità. Ritornando però all’accezione moderna vorrei provare a compiere una sorta di “rivoluzione copernicana” quindi abbiamo detto che un corpo sano e in salute aiuta la mente a dare il meglio di sé, ma io sono convinta che sia più vero il contrario e che quindi una mente/animo sano aiutino il corpo a funzionare meglio. Il nostro corpo agisce come una valvola di sfogo: stati emotivi negativi, non gestiti e spesso repressi, assumono la forma di sintomi, di disturbi fisici fino a degenerare in vere e proprie patologie. Ma il punto che mi preme sottolineare, soprattutto nel nostro giornale che si occupa appunto di Salute e Benessere, è che si possono osservare per il corpo tutte le cure del caso, per la sua bellezza come per la sua sanità, ma se ci sono cose che ci turbano: sentimenti negativi, ansie e paure, non riusciremo mai a raggiungere quello stato di equilibrio e benessere a cui tutti aneliamo. A tal proposito, è esperienza abbastanza comune per ognuno di noi quella di identificare le emozioni provate in base a sensazioni fisiche; così ci capiterà di sentire il cuore in gola o lo stomaco chiuso quando aspettiamo con ansia e un po' di timore il verificarsi di un evento tanto atteso, oppure impallidiremo e ci sembrerà di essere paralizzati dalla paura di fronte ad un evento spaventoso, oppure ancora arrossiremo e tremeremo di rabbia di fronte ad un grave torto subito. Riflettendo su queste ed altre analoghe esperienze può risultare cosa scontata sostenere che il corpo è lo sfondo di tutti gli eventi psichici e quindi considerare del tutto logico la presenza di uno stretto legame tra mente e corpo o, ancor più, considerare del tutto scontata l'unità somatopsichica dell'uomo.
…S'alzò fra loro l'eroe figlio d'Atreo, il molto potente Agamennone, infuriato; tremendamente precordi, neri di bile intorno, erano gonfi, gli occhi parevano fuoco lampeggiante
(Iliade, I, 101-104)
In questi pochi versi, Omero descrive magistralmente i cambiamenti che avvengono nel corpo d’Agamennone nel momento in cui il condottiero è in preda ad una violenta ira. Da tutte queste considerazioni appare evidente quanto sia importante che ci disponiamo a guardarci come soggetti che soffrono e godono nell'interezza della psiche e del corpo, opponendoci a quella cultura che è venuta perdendo il senso dell'unità soma-psiche e che spesso si occupa più di curare l'estetica e le apparenze che le passioni e i sentimenti che le determinano. In epoca assai più recente, rispetto ad Omero, lo scrittore americano Nathaniel Hawthorne rifletteva lo spirito del suo tempo quando, prima del 1860 scriveva: "Una malattia che noi consideriamo qualcosa di completo in se stessa, può dopo tutto non essere che un sintomo di qualche sofferenza in campo spirituale"; e in altre pagine aggiungeva "Il medico considera essenziale conoscere l'uomo prima di tentare di curarlo. Dovunque vi siano cuore e intelletto, queste parti dell'uomo coloriscono le malattie della sfera fisica con le loro caratteristiche ".
Nell’intenzione del poeta l’uomo non dovrebbe aspirare che a due beni soltanto: la sanità dell’anima e la salute del corpo, queste dovrebbero essere le uniche due richieste da volgere alla Divinità. Ritornando però all’accezione moderna vorrei provare a compiere una sorta di “rivoluzione copernicana” quindi abbiamo detto che un corpo sano e in salute aiuta la mente a dare il meglio di sé, ma io sono convinta che sia più vero il contrario e che quindi una mente/animo sano aiutino il corpo a funzionare meglio. Il nostro corpo agisce come una valvola di sfogo: stati emotivi negativi, non gestiti e spesso repressi, assumono la forma di sintomi, di disturbi fisici fino a degenerare in vere e proprie patologie. Ma il punto che mi preme sottolineare, soprattutto nel nostro giornale che si occupa appunto di Salute e Benessere, è che si possono osservare per il corpo tutte le cure del caso, per la sua bellezza come per la sua sanità, ma se ci sono cose che ci turbano: sentimenti negativi, ansie e paure, non riusciremo mai a raggiungere quello stato di equilibrio e benessere a cui tutti aneliamo. A tal proposito, è esperienza abbastanza comune per ognuno di noi quella di identificare le emozioni provate in base a sensazioni fisiche; così ci capiterà di sentire il cuore in gola o lo stomaco chiuso quando aspettiamo con ansia e un po' di timore il verificarsi di un evento tanto atteso, oppure impallidiremo e ci sembrerà di essere paralizzati dalla paura di fronte ad un evento spaventoso, oppure ancora arrossiremo e tremeremo di rabbia di fronte ad un grave torto subito. Riflettendo su queste ed altre analoghe esperienze può risultare cosa scontata sostenere che il corpo è lo sfondo di tutti gli eventi psichici e quindi considerare del tutto logico la presenza di uno stretto legame tra mente e corpo o, ancor più, considerare del tutto scontata l'unità somatopsichica dell'uomo.
…S'alzò fra loro l'eroe figlio d'Atreo, il molto potente Agamennone, infuriato; tremendamente precordi, neri di bile intorno, erano gonfi, gli occhi parevano fuoco lampeggiante
(Iliade, I, 101-104)
In questi pochi versi, Omero descrive magistralmente i cambiamenti che avvengono nel corpo d’Agamennone nel momento in cui il condottiero è in preda ad una violenta ira. Da tutte queste considerazioni appare evidente quanto sia importante che ci disponiamo a guardarci come soggetti che soffrono e godono nell'interezza della psiche e del corpo, opponendoci a quella cultura che è venuta perdendo il senso dell'unità soma-psiche e che spesso si occupa più di curare l'estetica e le apparenze che le passioni e i sentimenti che le determinano. In epoca assai più recente, rispetto ad Omero, lo scrittore americano Nathaniel Hawthorne rifletteva lo spirito del suo tempo quando, prima del 1860 scriveva: "Una malattia che noi consideriamo qualcosa di completo in se stessa, può dopo tutto non essere che un sintomo di qualche sofferenza in campo spirituale"; e in altre pagine aggiungeva "Il medico considera essenziale conoscere l'uomo prima di tentare di curarlo. Dovunque vi siano cuore e intelletto, queste parti dell'uomo coloriscono le malattie della sfera fisica con le loro caratteristiche ".
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