Solo l'8% degli italiani va in ospedale per curarsi i denti
La metà degli italiani non è mai stata dal dentista e, fra coloro che invece curano la salute della loro bocca, solo l'8% si rivolge a strutture pubbliche, contro il 92% che sceglie un privato. «È colpa soprattutto della scarsa informazione, perchè le persone che si recano in ospedale per curare i denti non sono necessariamente le meno abbienti, ma soprattutto le più informate sulla possibilità di avere assistenza dal Servizio sanitario nazionale (Ssn)». Lo sostiene Elettra De Stefano Dorigo, presidente del Collegio dei docenti di discipline odontostomatologiche e Chirurgia maxillo-facciale, in occasione del congresso nazionale inaugurato ieri a Roma. «L'assistenza odontoiatrica -precisa la De Stefano Dorigo- rappresenta un settore in cui il Ssn ha tradizionalmente presentato un impegno limitato, malgrado le molteplici implicazioni di carattere sanitario e sociale; conseguentemente la quantità di prestazioni erogate in Italia nel settore pubblico è tra le più basse in Europa. Ma bisognerebbe agire anche sul piano della sensibilizzazione dei cittadini. Inoltre, per legge, fin dal 1984 - spiega l'esperta - i nostri studenti devono fare esperienza sui pazienti. E la formazione pratica dell'odontoiatra diventa ora una necessità non più procrastinabile: bisogna elevare la quantità e la qualità delle prestazioni e si apre quindi la possibilità per il pubblico di usufruire non solo dei Livelli essenziali di assistenza, ma anche di prestazioni complesse. Il tutto a un tariffario agevolato». Secondo la presidente, infine, «occorre istituire uno specifico tavolo tecnico con le Regioni per un'opportuna revisione del nomenclatore tariffario che, allo stato attuale, non comprende l'intera gamma delle prestazioni odontostomatologiche e, per quelle invece comprese, prevede tariffe che ne sottostimano ampiamente i costi, rendendo perciò la loro erogazione non sostenibile».
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