Il 66% dei bambini con problemi agli occhi non porta gli occhiali

In Italia il 95% dei bambini ha atteggiamenti scorretti nella lettura, nella scrittura, davanti a tv e pc. Ma - in barba all«effetto Harry Potter' - solo il 25% porta gli occhiali, nonostante circa il 66% ne avrebbe bisogno. Così quattro alunni su 10 presentano un difetto visivo, ma non utilizzano gli occhiali. »Più della metà dei bambini della scuola primaria sono inefficienti dal punto di vista del sistema oculomotore, con ricadute sul rendimento scolastico dovute a stress visivo«. Non sono rosei i dati della ricerca appena conclusa dall'Albo degli optometristi e da Federottica insieme all'università del Salento su un campione di circa mille bambini delle scuole elementari, anticipati in vista del 35.mo Congresso dell'Albo degli optometristi che si terrà a Verona dal 25 al 27 aprile.

Sotto accusa »quell'insieme di atteggiamenti posturali e cognitivi scorretti, diffusi dalla prima alla quinta elementare, legati a un peggioramento graduale dei disturbi visivi«. Quasi la totalità dei bambini ha una postura errata mentre fa i compiti, e tutti prendono la penna in modo scorretto. Dallo studio, in particolare, emerge che fin dalla prima elementare i bimbi sviluppano schemi motori scorretti, sia per quanto riguarda la scrittura che la lettura. Ma correggere questi errori si può con la prevenzione, che deve iniziare quando è ancora in atto la formazione motoria. Federottica si batte per la prevenzione nelle scuole grazie a uno specifico progetto, il piano Bimbovisione, attivo nelle strutture scolastiche su tutto il territorio nazionale. La situazione italiana, dicono gli esperti, riflette quella sempre più allarmante di molti altri Paesi. Gli ultimi dati dell'Oms sulla compromissione visiva provocata da errori refrattivi non corretti dico che nel mondo, su 314 milioni di persone con deficit visivi, 153 milioni presentano anomalie determinate da errori refrattivi non corretti.

Di queste, 8 milioni sono cieche a causa di mancata prevenzione e correzione, ha detto Silvio Mariotti, oftalmologo e coordinatore del Programma per la prevenzione della cecità Vision 2020. Non si tratta solo di Paesi poveri, anzi la percentuale sembra aumentare proprio in quelli industrializzati. Dai 5 a 15 anni, infatti, la non correzione è dovuta soprattutto alla mancanza di screening, «più elevata nelle aree urbane e industrializzate», dice l'esperto. Così in Italia il 40% degli alunni presenta un difetto visivo ma non utilizza gli occhiali. E il 75% dei lavoratori al videoterminale soffre di disagi oculari come affaticamento, visione offuscata e mal di testa, mentre in generale il 25% di coloro che lavorano al pc ha anche problemi muscolo-scheletrici. Il difetto visivo non corretto si riflette anche su vista e qualità della vita dell'anziano. Secondo studi epidemiologici che saranno presentati al congresso da Robert Sanet, direttore del reparto di Optometria a San Diego (Usa), l'80% della compromissione visiva degli anziani può essere corretta aggiornando la prescrizione degli occhiali e rimuovendo chirurgicamente la cataratta. Da esperimenti diretti è stato infatti dimostrato che su 12 milioni di persone oltre i 65 anni di età in Italia, le cadute potrebbe diminuire del 15% grazie a interventi preventivi. Ogni anno «si dovrebbero eseguire i seguenti esami - raccomanda Sanet - acuità visiva, stato refrattivo, valutazione oculomotoria, valutazione globale binoculare, test di sensibilità al contrasto, valutazione dell'interazione visione/equilibrio, valutazione della salute oculare».