Pericolo animali esotici in casa e la moda dei cibi etnici

L'esperto, dunque, punta il dito contro le zoonosi, ricordando le conseguenze del passaggio del virus Hiv dalle scimmie africane all'uomo. «Ma anche l'avanzare della Dengue, favorita dalla zanzara tigre, diverse forme di epatiti associate al consumo di alimenti di origine animale, e la gravissima epidemia di virus del Nilo occidentale negli Usa». Non bisogna poi dimenticare «la tragica persistenza della rabbia del cane che, soprattutto nei Paesi del Sud del mondo, provoca ogni anno da 50mila a 100mila casi mortali nell'uomo. E l'evoluzione genetica del virus dell'influenza aviaria», che ha già elevati tassi di letalità, anche se «non esiste la prova del passaggio interumano dell'H5N1».
Quali allora gli obiettivi dellla neonata società scientifica? «La sfida portata dai virus è impegnativa, data la capacità di questi patogeni di adattarsi facilmente alle diverse situazioni, modificando il proprio genoma. Ma anche a causa di una non completa conoscenza dei meccanismi che ne favoriscono la diffusione. Per questo - spiega l'esperto - abbiamo deciso di fondare l'Esv: per promuovere la collaborazione tra i diversi settori della ricerca sulle malattie dell'uomo, ma anche degli animali e delle piante». Insomma, contro questo nemico microscopico l'unione fa la forza della ricerca. Obiettivo comune degli esperti, conclude Palù, quello di «individuare possibili strumenti di profilassi e terapia, analizzando le caratteristiche dei virus, ma anche i meccanismi che interagiscono tra l'agente infettante, gli organismi che lo 'ospitanò e gli eventuali insetti vettori».
Salute e benessere:Fegato grasso per oltre 20 milioni di italiani.

Confermato:peperoncino, vino rosso e formaggi stimolano l'erotismo

Secondo il 47% degli intervistati il legame tra cibo e desiderio sarebbe di tipo «mentale», a cui contribuiscono molteplici elementi, a partire dall'atmosfera. Ma per molti non si tratta solo di un aspetto psicologico: per il 29%, infatti, si tratta di un legame sia fisico, grazie alle proprietà di alcuni ingredienti, che mentale. A questi si aggiunge il 17% che ritiene che si tratti soprattutto di un legame fisico, grazie agli elementi contenuti in certi cibi. Ecco allora che gli esperti, al di là dei luoghi comuni, sono in grado di confermarlo: un buon pasto rimane fondamentale per conquistare un uomo o una donna (38%), a cui si aggiunge il 29% che lo ritiene molto importante. Solo il 7% non ritiene la tavola uno strumento utile alla seduzione. Tra i segreti, sicuramente, c'è quello di cucinare per l'altro (58%), molto più «seduttivo» rispetto ad una cena nel ristorante più chic e trendy della città (16%), o, ancora meglio, secondo il 44%, «cucinare insieme». Se poi proprio non si è in grado di cuocere nemmeno un uovo al tegamino, se ristorante deve essere, meglio una trattoria tipica (58%), con un menù a base di prodotti tipici e regionali, meglio di quelli che propongono una cucina sperimentale (segnalati solo dal 13%). Tra i suggerimenti dati dagli esperti, infatti, l'utilizzo di prodotti e ingredienti del made in Italy è sicuramente al primo posto (54%), oltre naturalmente alla scelta di pietanze saporite ma non troppo «pesanti», per evitare l'effetto abbocco (47%). Importante la presentazione e i colori, sia delle pietanze che dell'atmosfera (43%), dove bisogna prediligere quelli caldi, legati alla passionalità e al calore. Da non trascurare, poi, l'aspetto olfattivo: se troppo forti e persistenti i profumi invece di stimolare la passione possono creare una sensazione spiacevole (22%).
E dagli esperti intervistati da Vie del Gusto arriva la top ten degli «ingredienti» e dei cibi che non possono mancare nella seduzione. Al primo posto sicuramente le spezie (61%), e soprattutto il peperoncino che per gli esperti è in grado di stimolare il iVip (Vasoactive intestinal polipeptide), un ormone scoperto negli anni '70, che provoca la vasodilatazione dei corpi cavernosi dei genitali, agendo come un viagra naturale, sia per l'uomo che per la donna. Il secondo gradino del podio spetta ai formaggi (58%), come gorgonzola, taleggio o parmigiano, particolarmente ricchi di feniletilamina, ormone prodotto dal cervello quando ci innamoriamo. Medaglia di bronzo per il miele (53%), che oltre alle proprietà energetiche, evoca scene di seduzione, seguito dalla senape (46%), che ha la capacità di «attivare» le ghiandole sessuali. Quinto posto per un altro prodotto rigorosamente made in Italy, ovvero il tartufo (39%), ricco di sono poi l'androstendiolo, un ormone presente anche nel sudore e che stimola il sistema nervoso. Ma sono anche altri gli alimenti tipici della dieta mediterranea che hanno un vero e proprio effetto afrodisiaco: sesto posto per i salumi (37%), seguiti da alcune verdure, prime fra tutte il sedano (28%), grazie alla sua proprietà di fluidificante del sangue (non a caso gli antichi romani lo dedicavano a Plutone, dio del sesso). Come emerge dall'indagine, non poteva mancare il vino, soprattutto quello rosso (25%), seguito dal pesce (21%) e dalla carne rossa (17%). E afrodisiaci «mitici», come caviale, ostriche e champagne? Sono relegati ben oltre la top ten, così come lo champagne (solo al 15esimo posto).
Gli italiani trascurano il cuore, a rischio uno su due

Tra le iniziative dell'università di Ferrara, la messa a punto di un alimento salve-cuore: il "pane
della salute", con meno carboidrati, completamente privo di sale e ricco di omega 3, «importantissimi - spiega in una nota Roberto Ferrari, presidente della Società europea di cardiologia (Esc) - per l'organismo e non facili da reperire. Un prodotto unico al mondo, appositamente studiato per ridurre al minimo il rischio cardiovascolare».
Ma una sana alimentazione non basta. Per azzerare i pericoli per il cuore la prevenzione deve essere a tutto campo. La "Fondazione Anna Maria Sechi per il cuore", presieduta da Ferrari, ha promosso un progetto ad hoc. «Ad oggi - spiega l'esperto - è stato valutato il livello di rischio di 6.321 visitatori del Museo Estense di Ferrara e ora si estenderà a tutti i dipendenti dell'Azienda ospedaliera S. Anna, ai lavoratori di un'industria metalmeccanica e ai clienti di un supermercato, con l'obiettivo di creare una vera e propria clinica per i sani, centro permanente dedicato al benessere cardiaco». Ma si guarda oltre le mura di Ferrara: «Voglio esportare questo modello su scala nazionale e poi europea perchè sono convinto che la prevenzione sia compito dell'interna comunità. Per questo - aggiunge - è nato "Il cuore al centro": un'iniziativa che punta l'attenzione sulla prevenzione delle malattie cardiovascolari, prima causa di morte nel nostro Paese e responsabili di 4 decessi su 10»
Sempre in materia di prevenzione la Fondazione ha lanciato "comunicare con il cuore": una serie di corsi di formazione e materiali di approfondimento rivolti alla comunità scientifica. E ancora, un premio giornalistico per il miglior articolo sulle malattie cardiovascolari, che verrà consegnato a settembre al Congresso europeo di cardiologia di Barcellona. La Fasc ha inoltre attivato il numero verde del cuore (800.216.662), un servizio gratuito di ascolto e counselling unico in Italia, attivo tutti i giorni feriali dalle 15 alle 17. Tra gli obiettivi, informare su fattori di rischio e prevenzione, offrire orientamento e supporto nella prenotazione della visita, indirizzare il paziente alle strutture di cura e assistenza. Ferrari ricorda quindi i dati sull'incidenza delle patologie cardiache nel nostro Paese e l'importanza della prevenzione. «In Italia - spiega l'esperto - ogni giorno si verificano circa 90 nuovi casi fra gli uomini (1 ogni 16 minuti) e 30 fra le donne (1 ogni 48 minuti). È paradossale che ad un malato che ha avuto un infarto o soffre di angina venga offerta la più sofisticata tecnica, come la coronarografia o l'angioplastica on-line, ma non si sia in grado di attuare una strategia utile per smettere di fumare e ridurre il colesterolo. Ogni 2 sigarette in più il rischio aumenta del 10% l'anno. Smettendo o riducendo si hanno risultati prognostici ben superiori alla cardiologia interventiva, la tecnica più costosa in assoluto». Altro progetto in cantiere è appunto la 'Casa della prevenzione. «Si tratta - spiega il presidente - di un Centro permanente, aperto a tutta la cittadinanza, gestito da sanitari e Istituzioni. Una vera e propria 'clinica per i sanì, dove chiunque possa trovare ascolto, esperti pronti a fornire informazioni, prodotti salutari, piatti funzionali al cuore, una guida per capire come acquistare i prodotti giusti, la possibilità di calcolare il proprio rischio individuale, una palestra. Un progetto trasversale che - conclude Ferrari - include anche una scuola, e aiuta i cittadini a mantenere sano il motore della loro vita».
Il pomodoro è amico del cuore, pieno di antiossidanti.

Il 4% dei giovani ha problemi all' udito, attenzione agli auricolari

In discoteca non ci si stordisce solo con la musica. Lo sballo è fatto spesso di alcol e droghe. «Questi - spiega l'esperto - sono tutti fattori di rischio aggiuntivi per lo stato di salute generale e per l'apparato uditivo in particolare. Lo sballo porta infatti a una maggiore vulnerabilità dell'organismo, che viene sottoposto a stress ossidativo, generando danni più significativi anche alle cellule dell'apparato uditivo». Ma la discoteca non è il solo nemico per il nostro udito. Anche l'uso frequente dell'i-Pod può risultare alla lunga assai dannoso. «Dipende dalle cuffie - spiega Cianfrone - Gli auricolari, sotto questo aspetto, possono essere molto pericolosi. A differenza della cuffia classica, porta a occludere il condotto uditivo, che finisce per fare da grancassa. Molto meglio utilizzare quindi cuffie esterne». Anche in questo caso il presidente dell'Airs auspica una normativa chiara. «I produttori di questi dispositivi, i-Pod e altri lettori Mp3 - conclude Cianfrone - dovrebbero inserire dei limitatori di uscita del suono. Su questo c'è necessità di una normativa internazionale».
Solo l'8% degli italiani va in ospedale per curarsi i denti

Il 66% dei bambini con problemi agli occhi non porta gli occhiali

Sotto accusa »quell'insieme di atteggiamenti posturali e cognitivi scorretti, diffusi dalla prima alla quinta elementare, legati a un peggioramento graduale dei disturbi visivi«. Quasi la totalità dei bambini ha una postura errata mentre fa i compiti, e tutti prendono la penna in modo scorretto. Dallo studio, in particolare, emerge che fin dalla prima elementare i bimbi sviluppano schemi motori scorretti, sia per quanto riguarda la scrittura che la lettura. Ma correggere questi errori si può con la prevenzione, che deve iniziare quando è ancora in atto la formazione motoria. Federottica si batte per la prevenzione nelle scuole grazie a uno specifico progetto, il piano Bimbovisione, attivo nelle strutture scolastiche su tutto il territorio nazionale. La situazione italiana, dicono gli esperti, riflette quella sempre più allarmante di molti altri Paesi. Gli ultimi dati dell'Oms sulla compromissione visiva provocata da errori refrattivi non corretti dico che nel mondo, su 314 milioni di persone con deficit visivi, 153 milioni presentano anomalie determinate da errori refrattivi non corretti.
Di queste, 8 milioni sono cieche a causa di mancata prevenzione e correzione, ha detto Silvio Mariotti, oftalmologo e coordinatore del Programma per la prevenzione della cecità Vision 2020. Non si tratta solo di Paesi poveri, anzi la percentuale sembra aumentare proprio in quelli industrializzati. Dai 5 a 15 anni, infatti, la non correzione è dovuta soprattutto alla mancanza di screening, «più elevata nelle aree urbane e industrializzate», dice l'esperto. Così in Italia il 40% degli alunni presenta un difetto visivo ma non utilizza gli occhiali. E il 75% dei lavoratori al videoterminale soffre di disagi oculari come affaticamento, visione offuscata e mal di testa, mentre in generale il 25% di coloro che lavorano al pc ha anche problemi muscolo-scheletrici. Il difetto visivo non corretto si riflette anche su vista e qualità della vita dell'anziano. Secondo studi epidemiologici che saranno presentati al congresso da Robert Sanet, direttore del reparto di Optometria a San Diego (Usa), l'80% della compromissione visiva degli anziani può essere corretta aggiornando la prescrizione degli occhiali e rimuovendo chirurgicamente la cataratta. Da esperimenti diretti è stato infatti dimostrato che su 12 milioni di persone oltre i 65 anni di età in Italia, le cadute potrebbe diminuire del 15% grazie a interventi preventivi. Ogni anno «si dovrebbero eseguire i seguenti esami - raccomanda Sanet - acuità visiva, stato refrattivo, valutazione oculomotoria, valutazione globale binoculare, test di sensibilità al contrasto, valutazione dell'interazione visione/equilibrio, valutazione della salute oculare».
Febbre sulle labbra, Herpes labbra, cosa fare?

Allergie, attenzione al polline

La congiuntivite primaverile è un’infiammazione frequentemente associata a rinite (oculorinite), che produce iperemia (rossore) e chemosi (gonfiore) congiuntivale, secrezione sierosa, prurito e fotofobia. Si calcola che soffra di questo disturbo il 10% circa della popolazione infantile (fino ai 5 anni di età) ed il 20% della popolazione fino ai 10 anni di età.
Le possibilità di prevenzione prevedono di evitare o ridurre al minimo il contatto con il polline, laddove possibile, o tramite la terapia desensibilizzante eseguita dal medico con appositi vaccini. Il trattamento di base della congiuntivite allergica, di competenza medica, si avvale di antistaminici in collirio (Ketotifene fumarato, nedocromile, levocabastina) o per bocca nei casi più gravi e di cortisonici in collirio (clobetasone). Nei casi più lievi tuttavia si può ricorrere per alcuni giorni ai numerosi prodotti di libera vendita che associano antistaminici e vasocostrittori (es. Tetramil, Imidazyl Antistaminico), sospendendo nel frattempo l'eventuale uso di lenti a contatto. Dunque solo un disturbo stagionale che se ben curato non ci farà apprezzare meno la dolcezza della stagione estiva.
Attenzione al gel per le unghie e ai tacchi alti, problemi in arrivo

Alle critiche dell'esperto non sfuggono le ballerine in gomma tanto di moda fra le giovanissime. «In questo caso l'assenza totale di tacco non aiuta la postura, mentre il materiale non permette al piede di respirare», avverte Montesi. Il rischio è quello di ritrovarsi con un'estremità bollita, con vesciche e spellature. Insomma, moda e benessere non sembrano far rima, quest'anno, almeno se si guarda alle scarpe. «Una calzatura primaverile o estiva ideale per lei deve essere aperta ma contenere bene il piede, con un tacco di 4-5 centimetri, senza stringhe o lacci che costringano le dita. Insomma, dovrebbe somigliare ai calzari degli antichi romani», aggiunge l'esperto. Un modello certo non adatto a una serata elegante. «Ma uno stravizio ogni tanto è ammesso - concede Montesi - dunque via libera ai tacchi alti per andare a teatro: due ore sui trampoli non fanno troppo male. I problemi sono invece garantiti per chi usa gli stiletti in ufficio, perchè in questo modo - spiega - la sofferenza per il piede è destinata a durare tutto il giorno, e alla lunga i problemi arriveranno», assicura. Ma allora cosa fare per coniugare salute e bellezza? L'esperto approva la moda americana di portare con sè delle scarpe comode, da indossare per trovare sollievo, sfoggiando le calzature 'da urlò solo per una breve parte della giornata. Montesi, però, è pessimista.«Nonostante il fatto che il 70% delle italiane abbia problemi ai piedi, dall'alluce valgo alle dita a martello, dalle callosità alle capsuliti, poche rinunciano alle scarpe di moda e alla sofferenza che regalano. Basta gettare per terra una monetina a un matrimonio: chinandosi per raccoglierla - conclude con un sorriso - si vedrà che, sotto il tavolo, tutte le donne presenti si sono sfilate discretamente le scarpe per trovare sollievo. È inevitabile: quando le scelgono non guardano alla comodità, ma piuttosto corrono allo specchio per vedere come slanciano la gamba».
Sostituire il pasto con il gelato fa ingrassare?

E’ quindi molto importante introdurre nella dieta giornaliera il giusto tipo di gelato, in relazione al tipo di regime alimentare adottato. Ad esempio dopo un pasto leggero o in sostituzione del pasto stesso, può essere scelto un gelato a base di latte; se il pasto è stato, invece, ricco di sostanze nutrienti, è bene orientarsi su un gelato alla frutta. E’ molto importante chiarire al consumatore il valore nutrizionale del gelato, affinché lo consideri a completamento della sua alimentazione sia nella stagione estiva sia in quella invernale.
Allattare fa bene alla mamma

E ancora: attaccare il bebè al seno per oltre un anno riduce del 12% il pericolo di ipertensione e del 20% circa quello di diabete e colesterolo alto per la madre. «Sapevamo che allattare al seno è importante per la salute del bambino - sottolinea Eleanor Bimla Schwarz, fra gli autori dello studio - ora sappiamo che lo è anche per la salute della madre». L'allattamento, infatti, «è una parte importante del modo in cui il corpo femminile recupera dopo la gravidanza», dice la studiosa. «Quando questo processo viene interrotto» troppo presto «le donne sono più vulnerabili a una serie di problemi di salute», inclusi ictus e infarto. Insomma, la ricercatrice non ha dubbi: «Più a lungo una madre nutre al seno il suo bimbo, meglio è per entrambi».
Il chewing gum fa bene alla linea

Falso mito:scoprire il sesso del nascituro dalla forma della pancia

È falso anche che sollevare pesi può determinare il distacco della placenta. Meglio non sollevare pesi perchè la gravidanza già impegna la schiena di mamma, ma non c'è nessun pericolo per la placenta. C'è un fondo di vero sul fatto che chi aspetta un maschio mangia di più: uno studio mostra che i maschietti pesano di più alla nascita,forse il suo testosterone aumenta l'appetito della gestante.
Il 10% dei ragazzi "drogato" di videogiochi

Non solo pero' problemi per gli amanti dei videogiochi. Un recente studio pubblicato online su 'Nature Neuroscience' dal team di Daphne Bavelier dell'University of Rochester a New York ha stailito che i video giochi potrebbero affinare la vista negli adulti. Chi gioca costantemente sviluppa una buona sensibilità ai contrasti, l'abilità cioè di notare anche piccoli cambiamenti nelle sfumature di grigio su uno sfondo uniforme. Una componente della vista importante in occasioni particolari, come quando si guida di notte o con la nebbia, e se la visibilità è scarsa. Daphne Bavelier e i suoi colleghi hanno studiato alcuni giocatori esperti di videogame d'azione, scoprendo che hanno una sensibilità migliore.
Il vino è caloroso, un bicchiere come una fetta di torta
in calorie vino

L'importanza del podologo all'inizio della bella stagione.

Stiamo parlando del podologo, operatore sanitario che, appunto, si prende cura del piede e di tutte le sue affezioni che possono essere sia di origine cutanea che traumatica o meccanica.
Più frequentemente ci si rivolge al podologo per le manifestazioni patologiche che si sviluppano sia a livello cutaneo che tissutale ma altrettanto importante è il ruolo che può rivestire nella prevenzione delle malattie che insorgono a causa dell’uso di scarpe inadeguate. Queste possono agire sul piede in maniera negativa e causare patologie come ipercheratosi, metatarsalgie ecc. Vi sono, poi, disordini ungueali e di alterazioni morfologiche digitali (vedi l’alluce valgo o le dita a martello) che insorgono per un’eccessiva compressione della scarpa sul piede.
Limitando, inoltre, il libero movimento delle dita e delle articolazioni metatarso-falangee, la compressione contribuisce anche all’instaurarsi di dolori metatarsiali (metatarsalgia).
Un corretto taglio delle unghie previene l’insorgenza di onicocriptosi o unghia incarnita: si tratta di una condizione patologica in cui uno sperone o frammento ungueale perfora il solco periungueale penetrando così nel tessuto sottocutaneo. Viene così a crearsi un’infiammazione acuta dei tessuti molli circostanti che tendono ad infettarsi. La presenza dello sperone ungueale impedisce, con un processo di granulazione della ferita nel solco periungueale, la normale guarigione della lesione.
Insomma, se le unghie vengono tagliate troppo corte si elimina la pressione fisiologica sui tessuti molli sottostanti e senza quella resistenza essi tendono a protudere verso l’esterno, impedendo la fuoriuscita completa dell’unghia e creando la conseguente ferita.
Bisogna conservare il margine libero linearmente o trasversalmente e leggermente convesso. Il processo di ipercheratosi o callosità rappresenta una normale risposta protettiva della parte interessata sottoposta ad uno stress meccanico intermittente, come si osserva per esempio nelle mani di coloro che se ne servono attivamente per lavorare. L’ipercheratosi traumatica diviene patologica solo quando raggiunge un volume eccessivo tale da evocare sintomi dolorosi e apprezzabili deformazioni nella normale stratificazione della cute. Il podologo riveste un ruolo essenziale nella soluzione delle patologie podaliche: tutti noi sappiamo cosa significa poter camminare bene ed è per questo che rivolgersi anche allo specialista può notevolmente cambiare la vita. In qualsiasi stagione.
Più frequentemente ci si rivolge al podologo per le manifestazioni patologiche che si sviluppano sia a livello cutaneo che tissutale ma altrettanto importante è il ruolo che può rivestire nella prevenzione delle malattie che insorgono a causa dell’uso di scarpe inadeguate. Queste possono agire sul piede in maniera negativa e causare patologie come ipercheratosi, metatarsalgie ecc. Vi sono, poi, disordini ungueali e di alterazioni morfologiche digitali (vedi l’alluce valgo o le dita a martello) che insorgono per un’eccessiva compressione della scarpa sul piede.
Limitando, inoltre, il libero movimento delle dita e delle articolazioni metatarso-falangee, la compressione contribuisce anche all’instaurarsi di dolori metatarsiali (metatarsalgia).
Un corretto taglio delle unghie previene l’insorgenza di onicocriptosi o unghia incarnita: si tratta di una condizione patologica in cui uno sperone o frammento ungueale perfora il solco periungueale penetrando così nel tessuto sottocutaneo. Viene così a crearsi un’infiammazione acuta dei tessuti molli circostanti che tendono ad infettarsi. La presenza dello sperone ungueale impedisce, con un processo di granulazione della ferita nel solco periungueale, la normale guarigione della lesione.
Insomma, se le unghie vengono tagliate troppo corte si elimina la pressione fisiologica sui tessuti molli sottostanti e senza quella resistenza essi tendono a protudere verso l’esterno, impedendo la fuoriuscita completa dell’unghia e creando la conseguente ferita.
Bisogna conservare il margine libero linearmente o trasversalmente e leggermente convesso. Il processo di ipercheratosi o callosità rappresenta una normale risposta protettiva della parte interessata sottoposta ad uno stress meccanico intermittente, come si osserva per esempio nelle mani di coloro che se ne servono attivamente per lavorare. L’ipercheratosi traumatica diviene patologica solo quando raggiunge un volume eccessivo tale da evocare sintomi dolorosi e apprezzabili deformazioni nella normale stratificazione della cute. Il podologo riveste un ruolo essenziale nella soluzione delle patologie podaliche: tutti noi sappiamo cosa significa poter camminare bene ed è per questo che rivolgersi anche allo specialista può notevolmente cambiare la vita. In qualsiasi stagione.
Quando è nuvoloso il cervello lavora meglio

I ricercatori hanno messo a caso 10 piccoli oggetti sul bancone della cassa, fra cui animali di plastica, un salvadanaio a forma di maialino rosa, un classico autobus londinese rosso fiammante, un trattore e altre macchinine. Anche la musica all'interno del negozio è stata adattata all'esperimento: melanconica nei giorni piovosi, allegra in quelli di sole. Questo, spiega Forgas, «per influenzare ancora di più l'umore dei presenti». Ebbene, se fuori c'erano nuvole e pioggia, i clienti riuscivano a ricordare gli oggetti tre volte di più che in caso di bel tempo e umore allegro. È «un'ulteriore prova che si aggiunge alle evidenze crescenti che il modo di pensare, la capacità di giudizio e la memoria sono significativamente influenzate dallo stato d'animo», conclude Forgas.
Eccesso di peluria per le donne, attenzione agli ormoni

Salute e benessere, vitamine contro l'asma

Ridere fa bene alla salute specialmente ai diabetici, terapia della risata

Così i ricercatori hanno visto che, nel gruppo curato anche con le risate, i livelli di epinefrina e norepinefrina si abbassavano entro il secondo mese di trattamento, cosa che suggerisce minore stress. Inoltre questi diabetici vedevano aumentare il colesterolo buono e scendere i livelli delle pericolose citochine infiammatorie. Alla fine di un anno di sperimentazione, i ricercatori hanno rilevato «significativi miglioramenti» nel gruppo della riso-terapia: il colesterolo Hdl era cresciuto del 26% (contro il 3% degli altri pazienti), mentre le pericolose proteine C-reattive erano scese del 66% contro il 26% dei controlli. Insomma, secondo i ricercatori aggiungere una cura a base di risate gioiose alla terapia standard per il diabete può ridurre stress e risposta infiammatoria, aumentando i livelli di colesterolo buono dei pazientiI. Dunque ridere riduce i pericoli cardiovascolari associati a diabete mellito e sindrome metabolica. Certo, sono necessari ulteriori studi per fare piena luce su questi risultati, ma Berk non ha dubbi sul beneficio di risate, ottimismo e speranza sulla salute dei pazienti.
Idrocolonterapia, pulire l'intestino con l'acqua.

Anche lo stress, dal canto suo, può determinare un'alterazione delle pareti intestinali provocando una contrazione eccessiva o insufficiente, e può anche influenzare la flora batterica, rallentandone la ricostruzione. A causa di questi motivi i movimenti dell'intestino (peristalsi) e del colon in particolare, rallentano. Questo fenomeno causa un accumulo di scorie nelle "tasche" del colon ed in particolare nella sua zona definita "sigmoideo". Nel tempo si accumulano anche delle incrostazioni sulle sue pareti che, a loro volta, rendono ancor più difficile il suo naturale movimento ritmico e ondulatorio che dovrebbe promuovere il transito dei prodotti fecali diretti verso l'esterno.
La conseguenza diretta è una disbiosi ovvero la presenza di un metabolismo disturbato. Condizione che si manifesta con perdita di vitalità, stanchezza, depressione, mancanza di concentrazione, aggressività e attacchi di panico. Malattie come infezioni, infiammazioni, poliartrite, problemi di capelli, acne, psoriasi ed altre malattie della pelle, emicrania, allergie e molti altri disturbi vengono oggi attribuiti al malfunzionamento intestinale.
Ecco, dunque, soccorrerci l’idrocolonterapia, è una forma moderna di lavaggio intestinale, un trattamento citato addirittura in un documento egizio di 3500 anni fa. Oggi si effettua con apparecchiature modernissime e sicure, ed è una pratica delicata e indolore.
Insieme con l’acqua tiepida si introduce ossigeno che fornisce un valido nutrimento alla flora batterica. Non provoca dolore né spasmi e viene ben accolto dal paziente. È diverso dal clistere sia per la quantità di liquido (anche quaranta litri contro il litro dell’altro) che per il meccanismo di somministrazione. L'acqua, infatti, entra ed esce in un circuito chiuso, prevenendo l'insorgere di spiacevoli manifestazioni come, per esempio, cattivi odori.
Già dopo il primo trattamento il ventre si presenta meno gonfio, si prova un senso di leggerezza e si attenuano le coliche e le scariche diarroiche. Per garantire una pulizia completa sono necessari almeno 4 lavaggi, a distanza di una settimana l'uno dall'altro. La terapia della stitichezza può richiedere 3 o 4 irrigazioni in più, perché bisogna anche ripristinare la motilità intestinale. La seduta dura dai 30 ai 40 minuti.
Arrivano le allergie in primavera e autunno, 1 su 5 allergico

Non solo: mentre sino a venti - trent’anni fa era prerogativa quasi esclusiva dei bambini, oggi le allergie da pollinosi possono colpire anche in tarda età. Perchè? “Non c’è una ragione vera che giustifichi questa crescita esponenziale di casi – risponde Gianfranco Mirarchi, allergologo – Ovviamente oggi c’è più attenzione e miglior capacità di diagnosi. Inoltre sono stati chiamati in causa i fattori di smog. Ma tutto ciò non basta a spiegare l’esplosione di allergie che, va ricordato, sono di origine genetica”.
L’origine ereditaria, dunque, ne fa una malattia inguaribile anche se curabile. “Attraverso i sintomatici si possono ridurre gli effetti – prosegue lo specialista – e con i vaccini si può ridurre la sensibilizzazione. Ma non si può guarire: senza trattamento, infatti, la patologia ritorna in tutte le sue manifestazioni”. La pollinosi riguarda tre famiglie vegetali: le parietarie (piante rampicanti e urticacee come l’ortica), le graminacee e le composite. Delle composite fanno parte camomilla, dalia, cardo, lattuga, cicoria, carciofo, crisantemo, margherita, girasole. Delle graminacee, invece, frumento, granturco, orzo, avena, segale e riso, e di alcuni alberi, quali l’ontano, il nocciolo, la betulla, il cipresso, l’olivo, il faggio, il leccio, il castagno ed il platano. E poi caprinella, ambrosia, dente di leone o taràssaco, ligustro, quercia ed assenzio.
Riguardo al calendario a gennaio, febbraio, primi di marzo, fioriscono cipressi, betulle ed ontani. Seguono poi graminacee e parietarie fino a giugno, seguite poi da composite ed ambrosia per fine-estate, inizio autunno. Come si riconoscono le allergie da pollinosi e quali sintomi presentano nel paziente? “Per individuarle è semplice – spiega Mirarchi – innanzitutto i sintomi si manifestano con ripetitività nel periodo specifico. Gli attacchi sono repentini quando si viene a contatto con quelle sostanze. E, infine, le prove allergiche confermano il quadro. I sintomi sono classici: oculorinite ovvero occhi gonfi e lagrimanti, starnuti intensi e a ripetizione, naso che cola o rinorrea e difficoltà a respirare. L’orticaria, cioè prurito e presenza di ponfi sulla cute, si verifica per un’azione di contatto o per ingestione delle sostanze allergeniche”.
In ogni caso sospetto è bene rivolgersi al medico. I presidi terapeutici oggi sono molto efficaci: sono in prima battuta gli antistaminici e poi in aggiunta i cortisonici. Fra questi ultimi il budosonide ed il fluticasone. Si tratta di molecole impiegate per via inalatoria sotto forma di spray. Sono molecole potenti e sicure, con un'azione dissociata, ovvero minimi effetti collaterali, massimi risvolti terapeutici. C’è poi la necessità di adattare il proprio stile di vita per evitare rischi. Ad esempio, è bene evitare giornate ventose, meglio quelle piovose, perchè in questo caso è meno facile la diffusione dei pollini. Meglio è inoltre il clima marino, rispetto a boschi e prati. Preferire infine le ore del tramonto per fare le passeggiate.
40% dei bimbi a Milano in sovrappeso

Da casa a scuola a piedi per i bimbi, gli autobus umani a Genova

L'obiettivo dell'iniziativa, su percorsi guidati e sicuri, è di migliorare l'accessibilità pedonale alle scuole e la qualità ambientale, incrementando il numero di bambini che si spostano a piedi da casa a scuola, riducendo quindi l'uso dei mezzi di trasporto privati e il relativo inquinamento atmosferico e acustico. Il progetto della Provincia, selezionato dal Forum Res Publica, l'Agenda 21 in campo energetico, con i Comuni farà viaggiare i Pedibus a Lavagna, Recco e Arenzano sino al termine dell'anno scolastico, una volta alla settimana, nello stesso giorno di avvio del servizio.
Zoonosi, malattie che portano gli animali

Qui parleremo delle zoonosi veicolate dai nostri animali da compagnia. Quella più frequentemente segnalata e che si trasmette con facilità è la dermatomicosi. Ad un esame clinico il cane o il gatto presenta sulla cute delle zone circolari caratterizzate dalla perdita di pelo (a volte è visibile un alone iperemico) non pruriginose e con assenza di croste o pustole. La diagnosi può essere comprovata da esami di laboratorio con l’uso di terreni colturali o con l’uso della lampada di Wood. Il trattamento terapeutico può essere locale con uso di lozioni o creme o generale con l’assunzione di farmaci antimicotici per via orale.
Generalmente la prognosi è fausta con la guarigione del soggetto trattato e completa ricrescita del pelo. Altra malattia cutanea trasmissibile è la scabbia o rogna sarcoptica che si manifesta nel cane con caduta del pelo, macchie rosse, papule e croste grigiastre per l’ispessimento della pelle, generalmente inizia nelle regioni della testa per poi estendersi ulteriormente.L’ animale si gratta avendo un prurito intenso. Anche nell’uomo si ha molto prurito e comparsa di puntini rossastri. La terapia si avvale positivamente di sostanze acaricide (bagni medicati ecc.).
Un’altra zoonosi da segnalare è la Borreliosi o Malattia di Lyme che viene trasmessa da zecche infette che pungono l’uomo. La sintomatologia è rappresentata da febbre, depressione, anoressia e zoppia. La diagnosi di certezza si ha con il prelievo di sangue e ricerca degli anticorpi anti-Borrelia.
L’Idatidosi inoltre è una zoonosi il cui agente etiologico è l’Echinococcus granulosus granulosis. Può parassitare l’intestino del cane e le uova eliminate nel mondo esterno con le feci. Se ingerite dall’uomo possono maturare e, raggiunto il fegato e i polmoni, formare delle cisti dette appunto cisti idatidee di notevole grandezza. E’ in netta diminuzione e va considerata una malattia professionale (veterinari, pastori, macellai).
Per concludere, una zoonosi molto diffusa è la toxoplasmosi causata da un protozoo il Toxoplasma Goondi. La malattia è spesso nell’uomo asintomatica ma se contratta in gravidanza può provocare gravi danni al feto o addirittura aborto. Il gatto risulta essere disseminatore delle oocisti (forme larvali). Il contagio avviene sia attraverso l’ingestione di oocisti con verdure o acqua contaminata o con l’ingestione di carni poco cotte. Molto importante è la prevenzione: cottura della carne, lavaggio accurato delle verdure ed un prudente contatto con il gatto per quanto riguarda le donne in gravidanza.
Che cos'è la fisiologia

Nella società moderna l’iperalimentazione, insieme allo stress, alla sedentarietà e all’inquinamento, determinano l’induzione di patologie che si manifestano soprattutto nell’anziano, formando una fascia, in continuo aumento, di vecchi malati e non socialmente produttivi.
Eppure la durata di vita media è aumentata notevolmente: dai 30-40 anni fissati nell’epoca preistorica sino al 1500, si è saliti ai 40-50 anni nel periodo che va dal 1500 al 1900. Oggi si “resiste” sino a 80-90 anni.
All’aumento della durata della vita, non corrisponde, però, un uguale aumento della qualità della vita. Ovviamente non possiamo ritenere valido il sistema della nostra esistenza irto di “insidie” ma non abbiamo, almeno a breve, grandi possibilità di cambiarlo: dobbiamo, perciò, accettarlo. Possiamo, però, educarci a vivere bene, al massimo delle proprie possibilità, consentendo, attraverso l’ottimizzazione della fisiologia, di allontanare la comparsa della patologia.
E’ il ruolo che assume oggi la Fisiologia Medica, una materia sanitaria che s’interessa dello studio dei vari meccanismi che controllano le funzioni del nostro corpo: quindi, una branca che non può presentare l’esasperato e velocissimo sviluppo che ha caratterizzato la patologia medica e la terapia.
“La Medicina Fisiologica, attraverso la rieducazione comportamentale e l’ottimizzazione dei sistemi di vita, vuole permette a ciascuno di noi di raggiungere un’età avanzata nel pieno delle sue capacità psicofisiche e, quindi, non incapace di lavorare e di produrre ma, in rapporto alle proprie possibilità, ancora valido per se e per gli altri” spiega il professor Maurizio Ceccarelli, il primo medico ad aver introdotto questa branca medica in Italia, fondatore dell’AE.PHY.MED. CENTRE (International Centre for Study and Research in Aesthetic and Physiological Medicine). Si deve a lui la stesura del protocolli clinici raccolti nel Life Quality Medical Program.
“Sulla base di una visita medica e delle analisi necessarie a comprendere il livello di funzione dei vari organi ed apparati, si riprogrammano i comportamenti del paziente sul piano alimentare, motorio, cosmetico, psicologico, comportamentale e si attuano programmi di restituzione e correzione al fine di ottimizzare il suo benessere e consentire un miglioramento della qualità della vita”. Inizialmente praticato da manager, professionisti, personaggi dello spettacolo, il Life Quality Medical Program è protocollo di facile accesso per ogni classe sociale.
Infatti, tolto il costo della visita medica, non prevede dispendiosi trattamenti ma semplicemente una rieducazione comportamentale che non presenta costi, ma solo impegno e volontà.
Perchè mangiamo cosi' tanto durante le feste

Un tempo questo aveva un senso, perché rappresentavai l solo momento in cui si poteva far scorta di alimenti, dolci, energetici e ricchi di grassi dei quali non si aveva la disponibilità per tutto l’anno. Oggi decadendo l’aspetto legato al soddisfacimento di una necessità meramente alimentare, si rafforzano quelle motivazioni più complesse che ruotano attorno al “rito dell’ingozzata”. Emergono svariati aspetti che in realtà nulla hanno a che vedere con l’alimentazione.
Il cibo assume quindi un valore simbolico. Mangiare insieme costituisce una sorta di regressione collettiva: in un momento in cui ci si libera dagli impegni legati al dovere, significa lasciarsi andare, abbandonandosi ai desideri ed ai bisogni primari (oralità e gioco) che vengono soddisfatti in gruppo. Il desiderio e l’appagamento di impulsi senza controllo portano inevitabilmente ognuno a perdere i confini della propria gestione personale e quindi ad indugiare nel piacere, esagerando.
La rituale abbuffata potrebbe rappresentare anche il tentativo collettivo di tenere lontane, o meglio, di negare dolori causati, ad esempio, dall’assenza di una persona cara o da problemi e difficoltà personali che paradossalmente si acuiscono nel giorno di festa. È proprio quando non si ha nulla da fare e ci si può dedicare agli affetti cheriemerge ciò che non è stato risolto o è problematico a livello personale o a livello familiare …e allora cosa farne, come gestirlo? Forse affogandolo nel cibo! Le tristezze e le cose negative sono vietate durante le feste, tutti devono essere gioiosi e spensierati. Il cibo che viene trangugiato colma i vuoti lasciando sommerso ciò che non può essere socializzato. In un’orgia alimentare collettivamente consolatoria vengono quindi annegati aspetti positivi, negativi e realtà comunque complesse in nome di qualcosa che è al di sopra del singolo individuo ed ha un significato mistico e trascendentale.
Esami: l' uroflussometria
L'uroflussometria è un esame molto semplice che consiste nell'urinare dentro ad un contenitore collegato ad un apparecchiatura (l'uroflussometro) che misura la quantità di urina emessa nell'unità di tempo e la registra su di un tracciato. L'uroflussometria consente di valutare la "qualità" della minzione : permette cioè di capire se il getto urinario è valido oppure se è indebolito. Può essere considerato un esame "di base" per valutare la presenza o meno di ostruzione delle basse vie urinarie.
Si tratta di un esame che, pur nella sua semplicità, è fondamentale nella valutazione del paziente affetto da ipertrofia prostatica o da altre malattie che possono causare ostruzione delle prime vie urinarie
Si tratta di un esame che, pur nella sua semplicità, è fondamentale nella valutazione del paziente affetto da ipertrofia prostatica o da altre malattie che possono causare ostruzione delle prime vie urinarie
Le controindicazioni del dolcificante

Esistono in commercio due categorie di sostituti dello zucchero: gli edulcoranti intensivi ed i polioli. Per edulcoranti intensivi si intendono le sostanze a più alto potere dolcificante. In Italia, tra i più utilizzati troviamo: l’acesulfame K (E950), l’aspartame (E951), il ciclammato (E952) e la saccarina (E 954). Questi sono presenti sia nei cosiddetti “edulcoranti da tavola”(compresse, bustine, polvere o gocce) che nella maggior parte dei prodotti “light” o “diet”(gomme da masticare, caramelle, bevande analcoliche, yogurt, marmellate, ecc).
Riducono il contenuto calorico ma… un po’ di amaro in bocca lo lasciano comunque. Infatti, come per la maggior parte degli additivi alimentari (perché di questo si tratta), l’abuso può provocare danni all’organismo. In anni recenti sono sorti accesi dibattiti per via dei presunti effetti collaterali e danni che provocherebbero alla salute.
L’aspartame, fra tutti il più controverso; viene “costruito” in laboratorio con 3 diverse molecole (acido aspartico, fenilalanina, alcol metilico) che, per motivi ignoti, legate assieme hanno un gusto dolcissimo. Le accuse riguardano chiaramente l’alcol metilico anche se, valutando la Dose Giornaliera Ammessa (DGA: quantità che si può assumere quotidianamente senza rischio per la salute) risulta molto difficile una potenziale tossicità. Certa è la nocività della fenilalanina per i soggetti affetti da fenilchetonuria (rara malattia metabolica).
Sospetti di cancerogenicità sono stati avanzati poi per saccarina e ciclammato, ma solo in relazione a dosi massicce, effettivamente “impossibili” da raggiungere per l’uomo. In effetti, nell’adulto il rischio di superare la DGA esiste solo se si considera la possibilità di usufruire quantitativamente in modo improprio di diversi alimenti edulcorati artificialmente (gomme + caramelle + bustine + bevande ipocaloriche + farmaci). I polioli, invece, vengono definiti agenti dolcificanti “ di sostituzione”; in Italia tra i più utilizzati troviamo: il sorbitolo, il maltitolo, il mannitolo, l’isomalto e lo xilitolo. Questi hanno un potere dolcificante medio, ma un contenuto energetico non trascurabile: circa 2,4 kcal/g contro 4 kcal/g dello zucchero. Unico “effetto” indesiderato in caso di eccesso è quello… lassativo (attenzione quindi ai bambini golosi di caramelle..!). Per concludere, vera ed unica indicazione di divieto assoluto di ricorso agli edulcoranti mi sento di poterla segnalare per i bambini al di sotto dei 3 anni e per le donne in gravidanza/allattamento.
Tintarella e sole, uso e precauzioni

al sole. Una pratica salutare che può, però, nascondere anche pericolose insidie. Il sole, infatti, produce una sensazione di benessere psicologico legato alla liberazione di numerose sostanze, come ad esempio a serotonina. Rafforza inoltre il tessuto osseo grazie ad una aumentata sintesi di Vitamina D e, non ultimo, garantisce la tanto desiderata abbronzatura. Inoltre, esporsi al sole, se lo si fa in maniera adeguata, migliora l’andamento di numerose patologie cutanee come l’acne, la dermatite seborroica, la dermatite atopica e la psoriasi.
Attenzione, però, al rapporto tra fototipo (colore della cute) e la capacità fotoprotettiva, notevolmente minore nei soggetti chiari se rapportata a individui più scuri. Questo è importante per quel che riguarda gli effetti acuti dell’esposizione solare (l’eritema, scottature, riduzione delle difese immunitarie, fotodermatiti e peggioramento di malattie cutanee come, ad esempio, il lupus erimtematoso, l’herpes simplex, fotocheratocongiuntivite) ma, soprattutto, nei confronti degli effetti cronici. Per effetti cronici s’intende l’invecchiamento cutaneo, l’elastosi solare, la cataratta ma, soprattutto, i tumori cutanei. Perciò è fondamentale conoscere il proprio fototipo, cioè la propria personale capacità di reagire alla luce solare al fine di preparare la cute, nei soggetti più sensibili, alla esposizione. Alcuni prodotti possono aiutare, nei fototipi più chiari, ad aumentare la quantità di melanima, molecola responsabile dell’abbronzatura e che svolge un ruolo fondamentale nel proteggere la cute dalle radiazioni UV. Questo è possibile, ad esempio, integrando la propria dieta con prodotti ad elevata concentrazione di vitamine e minerali. La dieta odierna, infatti, per quanto equilibrata è povera in vitamine. La cottura, la conservazione, la raffinazione ne riducono il contenuto nei cibi. Le vitamine importanti per preparare adeguatamente la pelle all’estate sono la vitamina A, la vitamina D e la vitamina E. In particolare, la vitamina A è il precursore della melanina. È possibile aumentare la biodisponibilità di questa molecola integrando la dieta con il suo precursore, il beta-carotene: si trova in natura in molti alimenti, il più famoso dei quali è la carota, che dà il nome al gruppo. Ci sono poi la bietola, gli spinaci e la verza. La luteina, un altro carotene, è invece maggiormente presente nei broccoli, nei cavolini di Bruxelles e nel cavolo.
Suggeriamo di iniziare l’integrazione già nel periodo primaverile, in modo da arrivare all’estate dopo 3-4 mesi di apporto adeguato. Resta comunque fondamentale ricordare che l’esposizione al sole deve avvenire in maniera graduale ed equilibrata, evitando le ore più calde della giornata (in particolare dalle 12 alle 17). È stato infatti dimostrato che l’esposizione moderata (massimo 30 minuti al giorno) produce i risultati migliori.
Per le mamme, non esporre i bambini al di sotto di un anno alla luce solare e proteggere i bambini tra 1 e 3 anni dall’esposizione al sole durante le ore non consigliate con creme a schermo totale. Durante l’esposizione è buona norma idratarsi bevendo una adeguata quantità di acqua o comunque, di liquidi, per bilanciare la disidratazione che deriva dal calore e dal sole .Queste norme sono importanti non solo ai fini dell’abbronzatura, ma anche per prevenire l’insorgenza di alcune malattie cutanee profondamente legate alla fotoesposizione. Tra queste, particolare rilievo assumono i tumori della pelle. Negli ultimi dieci anni, infatti si è assistito ad un notevole incremento del melanoma cutaneo, tanto da far parlare di una “epidemia di melanoma”. È consigliabile, prima dell’esposizione, controllare le lesioni pigmentate (i nevi), possibilmente con l’ausilio della demoscopia ad epiluminescenza. È stato infatti dimostrato che l’esposizione ai raggi UV aumenta l’attività delle cellule neviche determinando modificazioni di struttura, anche significative. In conclusione, l’esposizione solare può essere benefica e rappresenta il miglior antidepressivo presente in natura.